Il Parco Nazionale del Pollino è un'area molto vasta (occupa più di 192.000 ettari) che si estende tra Basilicata e Calabria, ricoprendo una parte importante dell'Appennino calabro-lucano. Dalle numerose cime presenti è possibile osservare sia il Mar Ionio (dirigendo lo sguardo verso est) che il Mar Tirreno (quest'ultimo posto ad ovest). Ad attirare in ogni periodo dell'anno un gran numero di turisti che, provenendo da ogni parte d'Europa scelgono la Calabria e i suoi villaggi per trascorrere qualche giorno di vacanza, è l'incredibile biodiversità che ne caratterizza il territorio.
Il nome del parco deriva dal Monte Pollino, sul cui nome gli storici ancora oggi dibattono. Alcuni indicano in "mons Pullinus" (ossia "giovani animali") la sua origine, legata all'abitudine di allevare animali tra i pascoli della zona. Altri, invece, ritengono che Pollino derivi da "Apollineus", cioè Apollo, il Dio della salute; sarebbe la ricchezza di erbe medicinali del territorio a giustificare tale ipotesi.
Percorrendo il Parco Nazionale del Pollino i turisti hanno l'opportunità di raggiungere piccoli centri abitati, ma anche vallate e foreste. Tra le gole ricche di fiumi e di corsi d'acqua, e i voli dell'aquila reale, è impossibile non rimanere affascinati di fronte alla ricchezza di flora e fauna che popolano aree incontaminate ed estremamente suggestive. Non solo gli appassionati di escursionismo, trekking e alpinismo, ma anche le persone desiderano semplicemente estraniarsi dai ritmi della società moderna, vedono nel parco un rifugio naturale molto accogliente. Passeggiando non è raro incontrare esemplari di caprioli, trovarsi ad osservare il volo dei gufi neri e scoprire le impronte lasciate dai lupi, dei quali il parco accoglie più di una ventina di esemplari. Altrettanto rare sono le lontre e, tra i vegetali, il Pino Loricato, non a caso divenuto simbolo del Parco. Più diffusi sono la volpe, il riccio, l'istrice e il tasso e, a quote più alte, la donnola, il ghiro, lo scoiattolo e la lepre. Da segnalare, tra i rapaci, l'aquila reale, il falco pellegrino e il barbagianni.
Un'esperienza all'interno del parco può rappresentare anche l'occasione ideale per assaporare alcuni dei prodotti tipici offerti dal Pollino, preparati scrupolosamente in base ad antiche tradizioni, tramandate di generazione in generazione. Si ricordano, tra gli altri, ortaggi, marmellate, diverse tipologie di miele, salumi e formaggi, questi ultimi provenienti da ovini e caprini allevati nei pascoli allo stato brado.
L'ambiente del Pollino, come già indicato, offre ospitalità a diverse piante ed erbe officinali, in grado di nascere spontaneamente in un ambiente che ne favorisce la crescita. Dall'aneto alla belladonna, dalla camomilla all'edera, fino ad ortica, lavanda, menta e malva, solo per citare le più famose: anche da questo punto di vista la ricchezza del parco è sorprendente.
Visitare il Parco Nazionale del Pollino non significa solamente vivere per qualche ora completamente immersi nella natura, ma anche avere la possibilità di scoprire diversi edifici di valore storico/architettonico. Sono ben 56, infatti, i comuni inclusi nel territorio del Pollino, capaci di offrire una grande vastità di destinazioni, dai monasteri alle abbazie, fino ai musei. In molte località ancora oggi è possibile "respirare" la cultura arbëreshe, un insieme di tradizioni albanesi. Furono proprio le popolazioni di origine albanese a scegliere queste zone, sia per la loro bellezza che per motivi prettamente strategici.
Il comune più conosciuto entrato a far parte del territorio del Parco Nazionale del Pollino è Castrovillari, suddiviso in due parti (una antica e l'altra di più recente formazione) unite tra loro dal Ponte di Catena. La zona antica di Castrovillari, nota come "Civita". Oltre a trovarsi su uno sperone di roccia calcarea, essa è in grado di offrire tra le sue viuzze tortuose alcuni edifici caratteristici di grande impatto. È possibile citare, ad esempio, la Chiesa di San Giuliano e la Chiesa della Madonna del Castello. Conosciuto è anche il teatro Sybaris, di recente realizzazione, utilizzato per promuovere spettacoli ed eventi culturali aventi anche carattere internazionale. La parte più nuova di Castrovillari, detta "Casale", vede negozi, locali e ristoranti, e permette ai turisti di rilassarsi dopo ore di escursioni.
Nelle vicinanze di Cerchiara, in provincia di Cosenza, sorge il Santuario di Santa Maria della Armi; tale edificio è posto esattamente alle pendici del Monte Sellaro. Realizzato tra il XV e il XVI secolo, e parzialmente ricavato dalla roccia, rappresenta un'importante testimonianza dell'arte rinascimentale. A favorirne la fama è, all'interno del complesso, la presenza della grotta nella quale è custodita una teca d'argento con l'immagine nera della Madonna. Quest'ultima è stata ritrovata nel territorio circostante assieme ad alcune tavolette d'epoca bizantina. La visuale offerta dal Santuario regala perle come il Golfo di Taranto e la pianura di Sibari.
Altra località nei pressi di Cosenza a meritare una visita è Laino Castello, posizionata su un'altura rocciosa e resa ancora più affascinante dalla presenza del fiume Lao che la circonda. A caratterizzare il suo centro storico sono i resti della cinta muraria realizzata in epoca medievale e, soprattutto, il castello aragonese, del quale è possibile ammirare anche parte delle torri e dei bastioni, che hanno saputo resistere al trascorrere del tempo. Laino Borgo, posto a poca distanza, lungo il confine che separa Calabria e Basilicata, permette di passeggiare in una zona capace di distinguersi per la sua ricchezza boschiva e per i numerosi fiumi presenti. Vi si trova inoltre il Santuario delle Cappelle, noto anche come Santuario del Santo Sepolcro.
Un altro borgo cosentino, quello di Papasidero, propone il Santuario di Santa Maria di Costantinopoli, risalente al XVII secolo. L'edificio cattura subito l'attenzione grazie alla sua posizione in quanto sito sopra ad una una ripe che si affaccia anch'essa sul Fiume Lao. È possibile raggiungere la chiesa percorrendo un sentiero di gradoni in pietra e quindi passando attraverso un arco. Santa Maria di Costantinopoli è stata proclamata Patrona di Papasidero, ed accoglie nel suo santuario fedeli provenienti da diverse Regioni italiane.