Le 5 cose da vedere a Morano Calabro (Cosenza)

Vista del castello di Morano Calabro (Cosenza)

I tesori architettonici

Morano Calabro è una delle perle nascoste del Sud Italia, un antico borgo di quasi 5000 abitanti adagiato sulle pendici del Massiccio del Pollino, in cui il tempo sembra essersi fermato.Osservando da lontano il piccolo comune calabrese non si può che rimanere affascinati dalla sua incantevole skyline, caratterizzata da una fitta concentrazione di antiche abitazioni e ville signorili che regalano un colpo d'occhio di straordinaria bellezza. Le case di Morano Calabro appaiono infatti adagiate le une sulle altre, in una sorta di gioco a incastro in cui ogni singolo edificio assomiglia a un tassello di un grande mosaico.
Tuttavia, proprio laddove sembra non esserci altro che un agglomerato urbano si nascondono alcuni tesori di grande valore artistico e culturale, che hanno reso Morano Calabro un centro turistico di fama internazionale.Non a caso, nel 2003, il Touring Club Italiano lo ha inserito nel circuito I borghi più belli d'Italia, un riconoscimento prestigioso che ha portato alla ribalta il piccolo comune calabrese e il suo straordinario patrimonio storico. 

È davvero inconsueto trovare una tale concentrazione di monumenti e opere d'arte in un piccolo borgo di montagna, nascosto agli occhi del mondo, dalle vette innevate che separano la Calabria dalla Basilicata. Eppure Morano Calabro ricorda da vicino i celebri borghi medievali della Toscana arroccati sulle colline, veri e propri musei a cielo aperto. Per ironia della sorte, proprio ad un santo toscano è dedicata la Chiesa di San Bernardino da Siena, la struttura religiosa di maggior rilievo presente nel comune in provincia di Cosenza..Edificata dai frati francescani nel 1452, essa rappresenta un raro esempio di architettura monastica tardo-gotica assolutamente priva di contaminazioni stilistiche. L'eccezionale lavoro di restauro effettuato negli anni Cinquanta ha infatti riportato la Chiesa di San Bernardino al suo originario aspetto mistico e austero.Sulla sua facciata spicca il portico frontale a quattro arcate, con un doppio portale d'ingresso in pietra gialla e un arco ribassato che richiamano i tratti stilistici dell'architettura durazzesco-catalana. Sulle pareti del porticato si possono invece ammirare alcuni frammenti di affreschi risalenti al 1499, mentre all'interno della chiesa campeggia il maestoso soffitto ligneo in stile veneziano.

Uscendo dalla chiesa e risalendo i vicoli che portano alla parte alta della città si raggiunge il Castello di Morano Calabro, una fortificazione militare di epoca normanna ristrutturata e ampliata su ordine del Principe Sanseverino tra il 1515 e il 1546. Il Castello Normanno-Svevo è un'opera di grande pregio che, seppur parzialmente decaduta, permette di ammirare tutte le caratteristiche peculiari dei grandi castelli medievali. L'edificio di forma quadrangolare era infatti contornato da ben sei torri d'avvistamento e da un profondo fossato con baluardi trimura e ponte levatoio. Gli storici stimano che la fortezza potesse ospitare una guarnigione di mille uomini grazie alla sua imponente struttura a tre livelli, suddivisa in modo gerarchico fra le grandi stanze signorili dei piani superiori e gli appartamenti della corte feudale al pian terreno.

A pochi passi dal Castello si può visitare la Collegiata dei SS. Pietro e Paolo, la più antica fra le chiese di Morano Calabro, risalente all'anno 1000.La peculiarità di questo edificio, oltre all'antichissimo campanile di epoca medievale, è senza dubbio la caratteristica commistione di stili architettonici, che variano dal gotico della facciata e delle mura agli elementi tardo-barocchi degli ambienti interni.Le pareti delle due navate esterne sono costellate da statue marmoree firmate da alcuni grandi scultori del tardo rinascimento, come Pietro Bernini, padre del più celebre Gian Lorenzo Bernini. All'interno della Collegiata è possibile ammirare anche diverse opere pittoriche di grande rilievo, fra cui il "Compianto sul Cristo morto" del Pomarancio, "l'Immacolata" di Pedro Torres e le pale d'altare firmate dall'artista calabrese Giovan Battista Colimodio.

Storia e natura tra le colline

L'affascinante atmosfera del borgo di Morano Calabro, con la sua cornice di antichi palazzi ed edifici religiosi non è l'unica attrazione del piccolo comune calabrese. Le sue campagne offrono infatti alcuni itinerari storico-naturalistici estremamente interessanti, che permettono di effettuare un meraviglioso viaggio a ritroso nel tempo fra i paesaggi incontaminati del Parco Naturale del Pollino.
Uno degli itinerari più interessanti dal punto di vista storico e paesaggistico è quello che s'inerpica sulle dolci pendenze del Monte Sassone, a soli 4 chilometri di distanza dal centro di Morano Calabro. La terrazza naturale che sorge in cima al Sassone offre un panorama mozzafiato sul borgo cosentino, ma la vera attrazione di questo luogo sono le rovine dell'antichissima cittadella greco-romana di Xifeo o Lymphaeum. Di essa rimangono i resti della porta d'ingresso, che si ergeva a ridosso di una cinta muraria lunga circa 1,5 chilometri. Ai piedi delle antiche mura si trova inoltre la Grotta di Donna Marsilia, un ipogeo di epoca neolitica adibito successivamente a necropoli, come dimostra il ritrovamento di uno scheletro e di numerose reliquie funebri oggi custodite nel Museo Archeologico di Reggio Calabria.

Alle pendici del Monte Pollino, fra i boschi che circondano Morano Calabro, si trovano infine i ruderi dell'antico Monastero di Colloreto. L'edificio, oggi parzialmente crollato, venne eretto dai monaci agostiniani nel 1546 grazie alle ingenti donazioni dei nobili locali, che per secoli finanziarono l'ordine monastico e l'acquisto di numerose opere d'arte.A protezione dell'inestimabile patrimonio artistico conservato al suo interno venne infatti costruito un torrione d'avvistamento fortificato, che oggi costituisce l'unica parte pressoché intatta della struttura. Con il benestare dei nobili di Morano, il Monastero di Colloreto proseguì la sua attività fino agli inizi del 1800, quando l'abolizione degli ordini monastici possidenti ne decretò l'abbandono.Tuttavia, le opere d'arte della collezione "Colloretese" sopravvissero alla confisca e vennero distribuite fra le chiese di Morano Calabro, dove oggi si possono ancora ammirare in tutto il loro splendore.

 

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